Proposta di manifesto per il superamento dell’individualismo intrinseco nel cypherpunk.
Alcune critiche sono ovviamente sensate e le proposte sono anche stimolanti, tipo
“Privacy is not a bunker; it’s a commons.”
che è un messaggio forte nel contesto della crittografia applicata. Inoltre è interessante in generale lo stimolo a pensare l’individuo in maniera cibernetica, plurale e agente del cambiamento.
Non credo che lo spirito cypherpunk sia da intendere come promulgatore di isolazionismo e individualismo sociale bensì come un uso della crittografia come mero strumento di protezione dall’oppressione, un po’ come può essere il liberalismo sulle armi, e in questo sta la sua problematicità.
Ad ogni modo una critica propositiva dopo più di 30 anni dal manifesto cypherpunk fa benissimo.
Esteticamente non ho capito bene questo zaffiro cosa dovrebbe evocare: non fa pensare ad una dimensione collettivista né ad un’estetica precisa. Comunque ha dei principi con un buon potenziale anche in relazione al solarpunk.
Condivido molti dei principi, ma non sono sicuro del mettere la crittografia come concetto al centro di tutto. Ovviamente va protetta ed è una condizione necessaria e non sufficiente per molte altre cose. Ma non so se da sola può essere il link tra i vari principi.
Non lo è, mi pare. Il centro è la potenzialità di incidere sul mondo. Lo era nel cypherpunk.